C’è qualcosa nei quadri e nelle ceramiche che sfugge alla sola estetica. Un'opera non è solo il risultato di un gesto tecnico, ma la traccia visibile di un dialogo invisibile tra l'interno e l'esterno.
La pittura è sogno che si fa superficie.
La ceramica è materia che ascolta, corpo che prende forma e poi si lascia cuocere, accettando di non essere più come prima.
Entrambe chiedono presenza, umiltà, ascolto.
Non si impongono: si rivelano.
Non si spiegano: si sentono.


L’arte, per me, non è mai stata decorazione o mestiere,
ma uno strumento di consapevolezza:
mi aiuta a capire dove sono, chi sono,
e perché — dopo tutto — insisto ancora a cercare bellezza
in un mondo che spesso se ne dimentica.